evento 1.
contrazioni, partenza, ospedale, reparto maternità.
“Lei dovrebbe andare al piano terra, pronto soccorso, per farsi fare un foglio per il ricovero di sua moglie”.
Pronto soccorso, mezzora.
“Ecco questi sono due fogli, uno lo porta al reparto, l’altro dopo averlo fatto firmare al medico deve riportarlo a noi”.
Sali, firma, scendi, consegna.
Parto cesareo. Foto, lacrimuccia, tanti auguri.
“Ecco, allora adesso deve andare giù al pronto soccorso per farsi fare il foglio di ricovero per il bimbo”
Treqquartid’ora.
“Ormai lo sa, deve riportare i due fogli su, farseli firmare e uno deve portarlo a noi”.
Sali, firma, scendi, consegna.
Imbarazzo.
evento 2.
“Allora, per la registrazione del nuovo nato non è necessario che vada all’ufficio anagrafe, può farlo direttamente qui in ospedale. L’ufficio è aperto tutti i giorni dalle 11:30 alle 13:00. Le preparo un foglio, dovrà portarlo all’addetto per la registazione”.
Ore 11:30 ufficio, addetta.
“Mi servirebbe una fotocopia della carta d’identità. [sorriso, occhiodolce] Non si potrebbe ma le faccio io la copia qui”.
“Ora le do tre fogli, deve portarli al reparto, che controfirmeranno e le diranno cosa fare”.
Reparto, mezzora, infermiera.
“ah grazie… e io cosa dovrei fare?” ah… si, si. Un attimo che il primario è impegnato”.
Venti minuti.
“Ah, lei è ancora qui… ma forse non serviva il primario, le do direttamente io il foglio”.
Pessimismo.
evento 3.
Scelta pediatra (unico disponibile), ufficio ASL.
Folla, trenta numeretti al giorno, già finiti… eh, alle 09.30 “è un pò tardino, sa”.
“Tanto deve andare prima all’agenzia delle entrate per il codice fiscale”.
Agenzia delle entrate, ufficio informazioni.
“Si, serve una fotocopia della sua carta d’identità, può andare al tabaccaio qui vicino”.
Fotocopia, 30 (dico TRENTA!) centesimi, non ha il resto, “Vabè, mi dia un pacchetto di Gitanes” “EH???” “guardi c’è un pacchetto solo lì in alto, quello blu”.
“…anvedi, ma che davero s’èe fumano ‘ste cosee?!”.
Agenzia delle entrate, ufficio informazioni.
“ecco ora compili questo modulo CON I DATI DELLA SUA CARTA D’IDENTITA'”.
Numeretto, quarantacinque minuti, sportello.
“mi occorre il codice fiscale per un nuovo na…” “Lei è?” “Il pa…” “codice fiscale?” “RMGFBA…” [squillo di cellulare, marcetta nostalgica di quella nostalgia là. Risponde al telefono e chiacchiera, mentre scrive sul terminale]
[chiacchiera]
[stampa]
[chiacchiera]
[stampa]
[indica dove devo firmare]
[chiacchiera]
[mi tende un foglio e fa un gesto con la mano, come a dire elegantemente “vattene ‘ndò te ne pòi annà, che qua ‘amo finito”]
Fastidio.
Non ce la farò mai.
4 commenti
Comments feed for this article
12 Maggio 2011 08:05 a 08:54
dave
a farne un terzo ? opps no mi sa che t’ha dato fastidio il fatto che il primario non t’abbia ricevuto…. pazienza amico mio, pazienza, pensa che i normali siamo noi, ed è vero !!
12 Maggio 2011 16:05 a 16:00
Silvia
e se mi metto a raccontare io ci scrivo un libro…
ovviamente di farne un terzo non se ne parla caro Dave, ma come ti viene in mente???!!!!!
13 Maggio 2011 07:05 a 07:29
micantino
il fatto è che tutti questi pronti a fare fotocopie e piani di scale mentre tua moglie sta partorendo o a farti girare da un piano all’altro col fogliettino, avevano vicino il loro bell’iPhone, magari davano pure un’occhiata su facebook ogni tanto.
Non dipenderà da loro sicuramente….
non lo so.
13 Maggio 2011 15:05 a 15:24
dave
e lo leggerei ben volentieri il tuo libro bi-mamma, e per il terzo, come dite Voi ? le Sue strade sono infinite… e hai visto mai ?!?
A me è andata meglio, una volta finito tutto ho provveduto ad evadere le scartoffie, ma 13 anni fa oramai, ma che siamo regrediti ? Avevano ragione i Devo allora con la loro de-volution del 77 (concedetemi una piccola trasgressione sulla mia musica).