settimane senza scrivere e poi…
vabè. Questa me la devo dire.

Ricordo che quando ho partecipato alle prime riunioni “di grandi” (a 13 anni forse. mammamao) ascoltavo con attenzione tutti gli interventi. Mi piaceva cercare di capire se c’era un filo logico dietro ai discorsi o se le persone dicevano cose così, giusto per dimostrare la loro capacità ad intervenire.
E visto che a volte mi capitava di essere uno strano ospite (ehhh… i gggiòvani…), veniva richieso un mio intervento, con il quale non facevo altro che tentare un’appartenenza alla categoria di quelli capaci.
Nel tempo, ho iniziato a cercare di capire se tra coloro che facevano parte della prima categoria, quelli del filo logico, ci fosse qualcuno che dicesse qualcosa di interessante. Così facendo provavo a contribuire alle discussioni dicendo anche qualcosa di utile.
Poi, ne ho sprecati di anni, ho capito che il politico si riconosce nei discorsi perchè quando dice qualcosa, dice non per forza qualcosa di sensato e utile, ma utilizza le sue affermazioni come si utilizzano i pezzi su una scacchiera.

Perchè tutti sono in grado di dire che una martellata su una mano è dolorosa. Però il politico vero, secondo il contesto in cui si trova, è in grado di argomentare per porre l’attenzione sulla mano (con gli operai), sul dolore (con i cattolici), sul martello (con i poliziotti) o sull’utilità del dolore come spunto per accrescere la propria esperienza (con gli imprenditori).
Che detta così sembra una cosa viscida. Ma il politico “puro” non lo fa per piegare la realtà ai propri interessi, lo fa per fare in modo che chiunque possa comprendere il suo modo di vedere le cose, per fornire un punto di accordo utile alla discussione successiva.

Io non so cosa sono, ma l’altra sera, durante una riunione, sono intervenuto.
Quando poi la riunione è finita, ho realizzato che le cose che avevo detto, non le avevo dette solo perchè le pensavo. Le avevo dette anche perchè in quel particolare momento “mi serviva” che alcuni partecipanti in particolare mi sentissero dire quelle cose, perchè era utile che io avessi con loro un accordo di partenza.
E non mi sono sentito per niente tranquillo.